lunedì 16 settembre 2019

La prossima Grecia siamo noi! -di cosivailmondo.wordpress.com


Panagiotis Grigoriou è un ex accademico e insegnante greco, ora libero professionista che tenta, non senza difficoltà, di mostrare la Grecia in modo insolito attraverso la sua attività di viaggio culturale, dopo aver sperimentato la disoccupazione come molti dei suoi compatrioti, storico ed etnografo. Lui di tanto in tanto viene in Italia, invitato a parlare del suo paese, di cui descrive da più di sei anni il declino in un blog in lingua francese (www.greekcrisis.fr), che è diventato, lui pure, fonte di indispensabile sostentamento. Come molti suoi compatrioti, Panagiotis sente un legame speciale con l’Italia e ne osserva attentamente gli eventi. Cinque anni fa, come ospite del professor Bagnai a Montesilvano, disse con stupore quasi infantile una cosa – a pensarci bene – terribile: “stare qui in Italia è per me fonte di grande piacere, perché posso vedere ancora delle cose che in Grecia non si trovano più. Voi siete noi quattro anni fa.”.


Sono onorato di essere il traduttore semi-ufficiale del suo blog per http://www.comedonchisciotte.org e ho potuto cenare con lui al successivo invito a Montesilvano, nel 2017, e poi trascorrere, un anno fa, un giorno insieme (nella sua veste di guida, come detto, la sua altra altra fonte di sostentamento, in particolare d’estate, è accompagnare turisti curiosi in giro per la Grecia). In queste occasioni, Panagiotis mi ha sempre espresso un concetto molto chiaro: attenzione al Movimento 5 Stelle, vedo molte somiglianze con Syriza.

In questi giorni le sue parole mi tormentano: Syriza consumò il suo tradimento esattamente quattro anni fa: andata al governo sull’onda delle proteste anti austerity a gennaio 2015 (alleandosi, guarda caso, con una forza euroscettica di area centro-destra), a luglio dello stesso anno Tsipras indisse il famoso referendum dove – nonostante i bancomat chiusi – oltre il 61% dei greci disse “no” al memorandum imposto dalla Troika. Una settimana dopo, lo stesso memorandum (con qualche inasprimento) fu adottato dal governo Tsipras, ignorando la volontà popolare ed inaugurando una stagione di inaudita ferocia economica, che ha portato la Grecia ad un vero e proprio tracollo nelle condizioni di vita e, a causa di questo, ad un regresso visibile anche nelle relazioni fra le persone, in molti casi dedite ormai ad un’esistenza di mera sopravvivenza.

E adesso, quattro anni dopo, è il Movimento 5 stelle a fare il suo voltafaccia, passando nel giro di soli 29 giorni da un governo con la forza più euroscettica del panorama politico italiano, a quella più europeista, fiera sostenitrice dell’austerità e del “rispetto delle regole”. Il voltafaccia è meno evidente perchè il M5S, il referendum, l’ha fatto “in casa”, sulla sua piattaforma web privata: Tsipras indisse un referendum sicuro di perderlo, e si trovò tra le mani una vittoria imbarazzante, che dovette ricusare subito e tutto in una volta, sotto l’attacco diretto dei poteri economici europei. I grillini, invece, in primo luogo si sono fatti un referendum “blindato”, solo tra gli iscritti, ed in secondo luogo potranno diluire le conseguenze del cambiamento su un tempo più lungo, il che potrà attenuare (non eliminare) la presa di coscienza dei loro elettori. Syriza si salvò prendendoli sul tempo, andando alle urne a settembre, solo due mesi dopo il tradimento, in modo che gli avversari non potessero riorganizzarsi e gli elettori non vedessero ancora concretamente cosa sarebbe successo loro. Il M5S, non potendo contare sull’effetto sorpresa (in Italia, dopo Monti, le conseguenze dell’austerità sono chiarissime) conta invece sull’effetto opposto: allontanare il più possibile il momento della verifica e fare la volontà dell’Europa poco per volta e, soprattutto, per interposta persona (il PD ha in mano tutti i ministeri chiave del governo Conte-bis), sperando di mimetizzarsi in qualche modo. Al momento non riesco ad immaginare quale.

Al di là delle differenze di facciata, però, l’obiettivo delle due formazioni politiche si sta rivelando lo stesso: raccogliere il dissenso che le politiche di austerità inevitabilmente provocano, canalizzarlo su temi di scarsa rilevanza, ma forte impatto, per poi mettere i propri voti al servizio degli stessi obiettivi che, inizialmente, entrambi dichiaravano di combattere.


E infine, forse l’aspetto più importante di tutti, entrambi hanno fatto tutto ciò per conto di entità straniere, i cui interessi sono stati messi davanti a tutto il resto, in cambio dell’appoggio che, probabilmente, è più o meno direttamente all’origine del successo di entrambi.

Confessio regina probatorum

I quattro anni di cui parlava Panagiotis, fin qui sono stati un ottimo predittore. Per il momento ha ragione lui. Del resto, che Conte sia la prosecuzione di Tsipras con altri mezzi (e non per caso) lo conferma anche uno informato dei fatti, Jean-Claude Juncker che, addirittura, si assume il merito della “conversione” del nostro attuale Premier.

Ma il Movimento di Grillo, in realtà, è un Syriza 2.0, perché ci sono due importanti differenze (l’esperienza insegna).

PRIMO. Il M5S non ha attaccato frontalmente il nemico: se Syriza ha preso inizialmente il toro per le corna, attaccando l’austerità, il M5S ha abbandonato quasi subito i temi centrali, passando per tempo a quelli “cosmetici”, ininfluenti: il taglio dei parlamentari, l’onestà (tarattatà), i vitalizi, etc etc. Nel 2013 il grillini organizzavano eventi No-Euro, ma già nel 2014 parlavano di referendum (impossibile) e dopo la debacle di Tsipras, il tema è via via sparito dai radar, mentre Di Maio ed altri grillini a rotazione cianciavano di ridurre il debito pubblico, come un Dombrovskis qualunque;

Prima della cura

SECONDO: Come già accennato, il M5S non ha interpellato gli elettori. Perché, a differenza della Grecia 2015, in Italia l’alternativa esiste, e si chiama Lega; l’obiettivo dichiarato più o meno apertamente, è di durare anni (possibilmente fino all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, come sostiene Galli Della Loggia, insieme a molti altri), altro che democrazia dal basso.

Quello che non cambia sono gli obiettivi dei mandanti, che restano gli stessi.

Se tanto mi dà tanto, quello che ci aspetta per i prossimi quattro anni si può trovare QUI, oppure QUI, o QUI.



O in tutti i post del blog di Panagiotis Grigoriou.

Mala tempora currunt…